“A Tehran le lumache fanno rumore” di Zahra ‘Abdi: il dialogo a distanza di tre donne

Questa maledetta sensazione del ritorno di qualcuno mi ha tenuta inchiodata sul bordo del vuoto; è come se avessi trascorso la vita seduta sul ciglio di una fossa vuota aspettando di riempirla con me stessa”.

A Tehran le lumache fanno rumore

Parole dure, pesanti come pietre, che graffiano l’anima, quelle che pronuncia Afsun, una delle protagoniste di questo intenso romanzo, A Tehran le lumache fanno rumore”, opera prima della scrittrice iraniana Zahra ‘Abdi, pubblicato in Italia da Francesco Brioschi Editore.

Un romanzo che appare quasi come un dialogo, sebbene a distanza e all’insaputa delle protagoniste, tre donne: una madre, una sorella e una innamorata. Tutte e tre legate ad un unico uomo, Khosrou, scomparso durante il conflitto fra Iran e Iraq, ma la cui morte non è mai stata accertata.

Shirin è una giovane appassionata di cinema, ama i film nazionali e internazionali, interseca scene di pellicole celebri con i fatti della sua vita, della sua famiglia, sconvolta dalla scomparsa di suo fratello, Khosrou appunto, e dalla conseguente profonda depressione che ha trascinato sua madre nei bui meandri della non accettazione della morte del figlio.

Shirin che fa continui riferimenti a pellicole internazionali, fra cui anche l’italiana “La stanza del figlio” di Nanni Moretti, che per l’attinenza dell’argomento diventa il film preferito di sua madre. Shirin che vive con senso di colpa la scomparsa del fratello, che vorrebbe scuotere quella madre che si rifugia nella stanza del figlio, lasciata intonsa dopo la partenza del ragazzo, e dialoga con il nulla immaginando ancora i colloqui che non saranno più.

Shirin che per superare tutto questo si è creata un mondo parallelo, un Fanciullino su cui riversa le sue frustrazioni e che diventa la sua cattiva coscienza.

Sbuffo e il Fanciullino dalla sua posizione cade lungo disteso per terra. Impreca e si gira da un fianco all’altro. Non so se io mi sia generata dalla sua costola destra oppure lui dalla mia sinistra, o al contrario se sia Adamo ad essere nato dalla costola di Eva o viceversa. L’universo è fragile e rischia di andare in frantumi senza preavviso”.

Alle parole di Shirin risponde, in quel dialogo virtuale di cui si diceva prima, Afsun, la donna che da ragazza era innamorata di Khosrou, che viveva il suo amore giovanile con il batticuore dell’adolescenza, scambiando lettere attraverso il muro di recinzione con il suo amato, lettere che puntualmente venivano sequestrate dalla madre di Khosrou.

Afsun è ora una quarantenne affermata, docente universitaria, personaggio televisivo, conosciuta ed apprezzata, che però ha abdicato la sua vita privata ad un matrimonio privo d’amore con un uomo ambizioso e opportunista, una relazione che non è stata allietata dall’arrivo di figli e che quindi ancora di più lacera l’animo della donna ancora legata al ricordo di un amore giovanile che non ha avuto la possibilità di sbocciare e prosperare.

Zahra ‘Abdi

Afsun si chiede ripetutamente come sarebbe stata la sua vita se fosse riuscita a sposare Khosrou, quale sentiero avrebbero percorso insieme.

Ma le domande restano senza risposta. E amaro sarà scoprire, con l’aiuto di Shirin, che le sue lettere non sono mai arrivate al suo amato, bloccate da una morbosa gelosia materna.

Sullo sfondo dei reciproci racconti scorre la città di Teheran, il suo traffico caotico, i suoi bazar, i controlli della polizia, una umanità che rincorre la vita in tutte le sue tentacolari manifestazioni. Una città e un paese, l’Iran, che diventano protagonisti nel determinare in un senso o nell’altro le esistenze dei suoi abitanti, come avvenuto per Shirin, per sua madre e per Afsun, che, ognuna a suo modo, hanno sacrificato sull’altare bellicoso della patria aspetti fondamentali delle loro vite.

Il volume si chiude con la postfazione di Anna Vanzan, iranista e islamologa che ne ha curato anche la traduzione dal persiano e che mette a fuoco la storia narrata nel romanzo nel contesto della cultura e della storia dell’Iran, un paese complesso e affascinante che offre sempre nuovi spunti di riflessione per il lettore occidentale.

 

Written by Beatrice Tauro

 

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